Scelte con cura e prese da una vecchia cava, dalle mani più sagge, scolpite e portate alla luce.
A Modena, orgogliosa città d'Italia.
Una terra relativamente sconosciuta, appena oltre i confini dell'arte e dell'industria, in cui la conoscenza diventa la strategia più unica, che comporta un'accurata fusione dei tre elementi principali come la pietra, il metallo e il fuoco. Con questo processo nacquero nuove brillanti sculture, ora conosciute come le Pietre degli Dei.
Il matrimonio primitivo di questi elementi ci trasporta in un unico meraviglioso labirinto ancestrale, come perderci nei ricordi della prima di tutte le notti; il nostro passato, illuminato dal bagliore dei fuochi primordiali nelle vecchie grotte abitate dagli umani.
La fiamma che brilla nella scultura di pietra brilla come un ricordo del mito di Prometeo, consapevole del fatto che l'umanità è costretta a sopportare la sua più grande debolezza, l'impotenza proveniente dall'ignoranza. Così, opponendosi alla volontà degli dei e affrontando l'ira di Zeus, decise di concederci il dono del fuoco, rubandolo dal regno di Efesto (Vulcano). Come punizione per tale spacconata, ma anche un atto di coraggio in nome di tutti noi, Prometeo era relegato ai margini del mondo, le sue carni lentamente divorate da un'aquila, prima di affogare nelle fauci del Tartaro.
Ma da quel giorno l'umanità ha iniziato a riscaldarsi, cucinando carne, sciogliendo materiali, forgiando strumenti e armi.
Leader di percorsi evolutivi di tutte le specie umane, i Tre riflettono il solenne "magnum opus" in alchimia, integrandosi con rituali pagani e sacri, magie e incantesimi, preghiere blasfeme e molteplici sacrifici, tutti eseguiti su altari di pietra e fuoco.
Oggi, vestiti con vere forme di sculture contemporanee, si dirigono verso il futuro come icone di razionalità, concretezza e profonda spiritualità, che si mostra come una bellezza fluente, armoniosa e purificante.
